Mi capita spesso di incontrare e ascoltare persone sprovviste di tempo: troppo indaffarate, troppo prese dalle cose da fare, a volte solo da se stesse e da quel disfunzionale bisogno di sentirsi sopraffatte che non ammetterebbero mai nemmeno a loro stesse.
Forse, anche tu che leggi sei una di queste.
Ma lasciatelo dire: se stai leggendo questo non hai nessuna scusa per non rispondere ai messaggi e alle e-mail.
Altrettanto, mi capita che le persone si rivolgano a me convinte che io sia molto impegnato, troppo occupato, e che non abbia il tempo sufficiente per parlare con loro: in realtà, è vero esattamente il contrario, e ora che lo sapete non abusatene.
Da quando ho iniziato a fare impresa, infatti, ho sempre delegato il più possibile qualunque attività operativa, e questo mi ha sempre permesso di dedicarmi alle cose non necessarie per la sopravvivenza dell’organizzazione, che molto spesso sono più utili nel lungo periodo, e se non lo sono sono almeno piacevoli.
Difficilmente sono andato a letto una sera senza avere risposto a tutte le e-mail e i messaggi.
Raramente non consegno qualcosa prima dei tempi.
Quasi mai non ho il tempo di sentire qualcuno al telefono entro tre ore da quando mi cerca.
Il time management, insomma, per quanto sia un termine che mi provoca una certa irritazione, mi è sempre venuto spontaneo, e forse anche per questo penso che la mancanza di tempo sia dovuta fondamentalmente a tre motivazioni.
La prima: la mancanza di tempo è mancanza di energia, di organizzazione, di concentrazione. Una giornata lavorativa di otto ore è infatti composta da novantasei slot di cinque minuti, e la maggior parte delle attività che devi fare non richiede più di questo tempo per essere svolta. Fai prima e subito le cose più veloci e vedrai che il tempo si moltiplica.
La seconda: la mancanza di tempo è incapacità di delegare, ossessione del controllo, mancanza di fiducia. Difficilmente, infatti, esiste una attività che svolgiamo nel nostro quotidiano che qualcuno del nostro ufficio non sappia svolgere meglio di noi. Se da bambino ti hanno detto che chi fa da sé ottiene maggiori risultati è solo perché chi te l’ha detto non sapeva delegare.
La terza: la mancanza di tempo è una posa, una scelta, un atteggiamento mentale. Dobbiamo sentirci produttivi, dimostrarci agli altri e a noi stessi importanti, e siamo stati educati all’immaginario secondo il quale una vita stressante, frenetica, ad alta intensità sia causa e conseguenza del successo, e che le persone di successo alla fine siano quelle più impegnate delle altre. In realtà dovremmo ambire proprio al contrario, ma ora ti saluto perché il mio slot di cinque minuti è finito e vado a fare una passeggiata.
Se ti è piaciuto questo articolo ti può piacere anche il mio libro: si chiama La tua idea non vale nulla ed è un manuale umano per fare impresa.
Quando ero un copy giovane giovane ho chiesto un colloquio con il mitico Emanuele Pirella, allora all’apice della professione pura. Emozionata, ho cominciato scusandomi di interferire con un’agenda certo traboccante di (mirabili) impegni. E lui, tranquillo: ma no, perché? C’è tutto il tempo.
Quando si dice un Maestro.
Sono capitato qui per caso dopo la tua intervista nel podcast di HC. Gran bel post complimenti. Mi sa che mi vado subito a prendere il tuo libro sul imprenditoria :-)
Lo consiglieresti anche a chi fa il manager e non l'imprenditore?