Mi incuriosisce osservare come ognuna di quelle applicazioni che abbiamo sul nostro telefono sia anche un luogo emotivo: apriamo con più frequenza le icone che ci sono utili, o quelle che ci restituiscono un maggiore benessere, una maggior confidenza, una maggiore empatia?
In effetti, le emozioni che ci provoca Whatsapp rispetto a Telegram determinano probabilmente il loro relativo successo, così come sono diverse le emozioni che ci fa scaturire Facebook rispetto a Instagram, e ancora rispetto a LinkedIn.
Ma quali emozioni ci provocano i diversi social? E, in qualche modo, le aziende che li gestiscono le progettano a monte, o ci danno la libertà di provare realmente e di esprimere quello che sentiamo?
Personalmente credo che, così come senza il linguaggio non ci potrebbe essere il pensiero, e dunque sono le parole che conosciamo a formare la nostra capacità di pensare alle cose, allo stesso modo nei social network in qualche modo le emoticon e le reaction che ci vengono fornite ci educano alle emozioni che possiamo e dobbiamo, non possiamo e non dobbiamo provare in quel contesto virtuale.
Non è un caso, allora, se una delle reaction più utilizzate su Facebook, su LinkedIn sia invece assente: la risata.
Non perché non ci abbiano pensato, ma perché l’hanno pensato, valutato, discusso, e poi hanno deciso che su Linkedin si apprezza, si celebra, si supporta, ci si incuriosisce ma no, non si ride nemmeno per scherzo.
Perché mai ridere, si saranno detti, sul luogo della produzione, del lavoro e degli obiettivi? Perché mai divertirsi e rischiare di non apparire professionali e seri come ci si aspetta? Perché pensare che il lavoro possa essere un ambiente in cui esprimiamo anche la nostra simpatia, e non soltanto la nostra competenza?
Credo che il lavoro debba essere anche uno spazio di gioco, perché senza quest’ultimo non vi è sperimentazione né innovazione. Credo allora che un ambiente di lavoro dove non si sia liberi di giocare sia un ambiente morto, e non dunque il contesto ideale per crescere, evolvere e fare esperienza.
Credo, infine, che il futuro del lavoro, o come dicono su LinkedIn #futureofwork, passi anche per l’inserimento della reaction risata su questa piattaforma che crea emozioni e pensiero: è solo un simbolo, lo so, non significa niente. Oppure un simbolo significa tutto?
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questa tua riflessione mi ha riportato alla mente l'analogo tema della risata intorno al quale ruota parte del libro "il nome della rosa" ... 🤔🤔🙄