Se riesci a spiegarla in meno di cinque minuti può essere buona, se impieghi di più vuol dire che è troppo complessa.
Se quando la spieghi la gente ti segue può essere buona, se chi la ascolta poi usa congiunzioni avversative, o verbi al condizionale, potrebbe essere il segno che qualcosa non va: magari manca qualcosa, più probabilmente c’è troppo.
Se chi ti ha ascoltato ti da dei consigli o ti fa un’obiezione è buon segno: male sarebbe non ricevere riscontri se non solo quelli di circostanza.
Non cercare, di fronte a feedback dubbiosi, di convincere il tuo interlocutore: ascolta e sii pronto a metterla in discussione ed evolverla.
Ricorda che ogni critica e ogni dubbio che qualcuno ti esprime non è altro che un’opportunità per creare qualcosa di meglio e per farti domande nuove e diverse, utili, fondamentali.
Se trovi qualcuno che ti vuole aiutare può essere buona.
Se nessuno è disposto, è meglio pensarci di più: le idee hanno senso se lo hanno per molti, non solo per te, e in molti di fronte a un’idea con del senso per loro hanno voglia di renderla reale e di mettersi in gioco.
Se qualcuno ti dice che gli piacerebbe entrare a farne parte vuol dire che è buona: se qualcuno è disposto a metterci soldi ci siamo (ma non vuol dire che tu debba accettarli).
Se trovi clienti (plurale) per la tua idea vuol dire che è buona, se il tuo prodotto non interessa a nessuno semplicemente non serve, o è antieconomico.
Nessuno può dirti se la tua idea sia più o meno buona, soltanto il mercato nel tempo. Sicuramente, però, il maggiore o il minore interesse, entusiasmo, coinvolgimento delle persone a cui ne parli sono segnali importanti.
Ricorda che le idee in quanto tali non hanno valore: ha valore soltanto quello che riesci a rendere reale. Per farlo, parlarne con altri è un passo importante, ascoltarli ancora di più.