Una persona che conoscevo alcuni anni fa aveva detto alle sue dipendenti che curavano l’assistenza clienti della sua azienda, un e-commerce di abbigliamento: se un cliente in una e-mail vi scrive senza salutarvi o ringraziarvi, vi autorizzo a non rispondergli.
Immagino che loro non lo abbiano preso sul serio, ma ricordo che quando lui mi raccontò di questa sua presa di posizione mi colpì profondamente, innanzitutto per quanto la cortesia fosse per lui un valore talmente vitale che se assente si poteva scardinare tutto il resto, e poi perché non molti sono gli imprenditori illuminati che mettono al primo posto i dipendenti, rispetto ai clienti.
Nelle comunicazioni via e-mail, che sono un po’ specchio di come ognuno di noi si relaziona con gli altri, capita infatti più che al telefono o di persona di notare mancanza di cortesia o gratitudine, non tanto per cattiva fede, quanto per mancanza di abitudine, per fretta, a volte per posa.
Ritengo che invece sapersi relazionare nel modo migliore attraverso questo strumento sia al giorno d’oggi una soft skill fondamentale per il lavoro e per la vita: pochi secondi in più dedicati per scrivere un messaggio o una e-mail molto spesso condizionano una relazione, e tutto ciò che quella relazione comporta.
Lo noto a volte in alcuni clienti, più che nei fornitori, chissà perché.
Lo noto spesso negli studenti quando mi scrivono per chiedere informazioni sui corsi: rispondo a tutti rapidamente dando loro le informazioni che chiedono, poi nove su dieci dimenticano di inviare una risposta conclusiva per ringraziare di avere loro dedicato del tempo.
Non è che decidono di non farlo, semplicemente non gli viene in mente.
Mi chiedo, allora, perché nelle università invece di quegli esami inutili come informatica di base o il corsetto di venti ore di lingua inglese non si insegni la forma, l’etichetta, la cortesia, la socievolezza, l’intelligenza emotiva: un bel corso su come relazionarsi con gli altri genererebbe professionisti maggiormente efficaci e carriere con soddisfazioni più grandi, e anche una società migliore.
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Sono d'accordo.
Credo che un corso di questo tipo sarebbe da impostare già dalle scuole secondarie che si evolve poi fino alle università.
Ancora oggi, si sottovaluta l'aspetto per cui un'email non può mostrare la nostra espressione facciale o far sentire il tono di voce, perciò è importante scrivere bene un testo silenzioso.
Forse c'è anche una carenza nel tramandare i valori base dell'educazione che, rispetto alla generazione dei nostri nonni, sembra stia andare un po' sparendo. Ma non è un discorso generalizzato, ovviamente.
Mancano ESEMPI sul luogo di lavoro, nella famiglia, nella scuola per non parlare della politica...
Io da genitore, ogni giorno mi pongo domande come "starò facendo bene per la crescita di mio figlio?" e spesso ne esco un po' sconfitta e un po' "ce la posso fare". Perché nessuno ci insegna l'empatia e l'assertività che dovrebbero essere delle materie vere e proprie, e quindi ti arrangi e impari da solo, leggendo libri, seguendo coach e corsi. La società di oggi è basata sulla performance più che sulla persona. Per citare Paola Maugeri: noi siamo considerati dei progetti, e non delle persone.
Forse ho divagato, ma ci tenevo a condividere con te questo mio pensiero!