Imprenditori si diventa
Nel sentire comune l’imprenditoria viene spesso associata a immagini stereotipate, positive o negative che siano. L’uomo di successo, quello forte “che non deve chiedere mai”, o il ragazzo geniale e leggermente sociopatico, e ancora l’imprenditore illuminato, quello padronale, seriale, fallito, figlio di papà.
E poi ci sono quelli come me: imprenditori per caso. Siamo quelli che se c’è spazio per noi ce n’è sicuramente per tutti.
Guardandomi crescere da bambino o da ragazzo, credo che nessuno avrebbe riconosciuto il fisico o il volto di un futuro imprenditore. Io nemmeno avrei mai detto che la mia strada sarebbe stata questa, e mi ci è voluto parecchio tempo, una volta iniziato il percorso, per riuscire ad adattarmi alla meno peggio a un ruolo che, per molti aspetti, non mi si addice.
Orientamento precario nello spazio, memoria confusa, pensiero non lineare, coerenza unicamente nell’incoerenza e una enorme difficoltà a concentrarmi sulla stessa cosa per più di qualche minuto.
Un percorso scolastico sintetizzabile nel cliché dello studente sveglio ma che non si applica, nessun rispetto per regole e autorità.
Scarso nello sport, poco propenso alla fatica, pigro perfino nelle mie stesse passioni: volevo scrivere romanzi ma non sono mai andato oltre le prime pagine.
Le mie sole qualità: comprendere i numeri e le parole.
Se guardo al mio percorso di imprenditore per caso, devo dire che difetti e qualità, capacità e incapacità mi sono stati utili in ugual misura: se le parole sono state importanti per spiegare a me stesso e agli altri le mie idee e per definirle, se i numeri sono stati fondamentali per contare e distribuire le risorse nel tempo, la pigrizia è stata la chiave madre per non fare tutto da solo e per dare sempre spazio ai talenti e alle idee degli altri, la difficoltà a sottostare alle regole mi ha permesso di seguire le mie e di creare un ambiente di lavoro dove c’è spazio per le differenti attitudini e in cui nessuno si sente limitato dal contesto.
Fare impresa è una scelta che nel bene e nel male ti segna. Fare impresa in realtà non è nemmeno una scelta.
Non importa quali siano i tuoi talenti e i tuoi limiti: importa quanto li accetti e li assecondi.
E non importa nemmeno se sei o meno nato per farlo: a un certo punto, una volta per tutte, giorno dopo giorno, imprenditori si diventa.
Quello che hai appena letto è il primo capitolo (riadattato) del mio nuovo libro “La Tua Idea Non Vale Nulla”: un manuale umano in cui, dall’inizio alla fine, ti accompagno nel viaggio di fare impresa: dubbi, errori, intuizioni, consigli, quello che nessuno ti direbbe su quello che è un percorso di scoperta e di avventura, in cui può succedere davvero di tutto.
Se ti interessa proseguire il viaggio, trovi qui la tua guida.