5 + 5 atteggiamenti mentali da evitare se vuoi raggiungere i tuoi obiettivi
Ciascuno di noi ha dei punti di forza e dei limiti, e ciascuno di noi può sfruttarli (i primi) e compensarli (i secondi) per raggiungere i propri obiettivi e per avere successo nelle cose che fa. Per farlo, chiaramente, il primo passo è conoscersi, perché senza una corretta consapevolezza di sé il rischio è di avere una percezione totalmente sbagliata delle proprie qualità e dei propri difetti, e di conseguenza lavorare male, o comunque peggio di come si potrebbe, e non accorgersene.
Ci sono poi una serie di atteggiamenti mentali che nel tempo possono subentrare nella nostra mentalità e nei nostri comportamenti, che altrettanto, se non impariamo a conoscere, individuare, limitare e gestire ci possono portare a fallire e, cosa peggiore, a non capire perché: vediamoli.
Uno. Insicurezza / Eccesso di sicurezza
Quando si ha un progetto, un obiettivo, o quando si cerca in generale di costruire qualcosa l’insicurezza può essere uno dei primi nemici interiori: insicurezza nei confronti delle proprie idee e della propria persona, insicurezza sui passi corretti da fare, insicurezza che spesso ti porta ad ascoltare quella voce interiore – o esteriore – che ti dice “non riuscirai mai”.
Invece, riuscirci è possibile se si capisce che i passi corretti da fare non esistono ma che il gioco è provare, sbagliare, evolvere, migliorare, cambiare strada e talvolta cambiare obiettivo; ma fare.
Dall’altra parte, talvolta, ci sono persone eccessivamente confidenti, troppo sicure di sé, convinte di fare sempre la cosa più giusta e migliore: persone che non apprendono e non crescono e in questo non crescere rimangono spesso ferme, ripetendo in un ciclo continuo gli stessi sbagli.
La sicurezza di essere bravi è importante, ma non ci deve portare a pensare di non poter imparare, ogni giorno, dagli altri.
Due. Troppo entusiasmo / Perdita di entusiasmo
L’entusiasmo è fondamentale per realizzare qualunque progetto, ma dovrebbe essere commisurato ai traguardi e ai contesti, e soprattutto non dovrebbe farci perdere di lucidità: un po’ di cinismo e un po’ di realismo sono spesso strumenti che ti permettono di ragionare con la testa sui passi più intelligenti da fare.
Allo stesso modo, qualunque progetto ha bisogno di lavoro per concretizzarsi e qualunque obiettivo, a meno che non sia a portata di mano, ha bisogno di tempo per realizzarsi: tempo che a volte è attesa, altre volte è frustrazione, altre volte ancora è fallimento e tutte quelle volte se si aveva un entusiasmo smisurato si rischia di perderlo del tutto, all’improvviso.
L’entusiasmo è dunque qualcosa di necessario per farci lavorare ogni giorno verso il traguardo, ma se diventa aspettativa rischia di diventare un nemico interiore: a volte, infatti, è meglio avere pazienza che entusiasmo.
Tre. Disorganizzazione / Organizzazione rigida
Essere organizzati è necessario e sempre più necessario diventa al crescere della complessità delle cose che fai: al crescere delle dimensioni dei tuoi progetti, della varietà e quantità delle attività da portare avanti, e della quantità e qualità delle relazioni necessarie per il proprio lavoro.
Spesso, però, più una persona o un’azienda è organizzata più diventa rigida nei suoi processi, nelle sue procedure, nelle sue regole e soprattutto nell’approccio: organizzazione non deve significare mancanza di flessibilità, e le regole sono fatte anche (o soprattutto?) per creare eccezioni.
Quattro. Scarsa empatia / Troppa empatia
Qualunque attività umana prevede l’interazione con gli altri e tanto più sapremo essere empatici, simpatici, attenti tanto migliori saranno le relazioni che creeremo e con esse più fluido sarà realizzare le cose.
Per quanto sia brutto da dire, però, alcune persone ci portano a perdere tempo che potremmo, e vorremmo, dedicare con maggiore efficienza alle attività per raggiungere i nostri obiettivi: essere aperti verso gli altri per me è il senso stesso del fare le cose e del vivere, ma esserlo troppo può renderci a volte impossibile gestire bene le attività e il lavoro.
Cinque. Troppa attenzione al dettaglio / Pressapochismo
Creare qualunque cosa è un processo in continuo divenire, e non vi è mai un momento di perfezione assoluta: molte volte, oltretutto, la perfezione è un concetto assolutamente relativo, soggettivo, e ricercarla rischia di essere controproducente, perché ci porta a fare di meno, e non sempre di meglio.
Altrettanto, però, ad ogni attività che svolgiamo dovrebbe essere dedicato il tempo e l’attenzione necessaria per non commettere errori e per non perdere pezzi per strada.
Anche semplicemente quando scriviamo un post, sarebbe da pressapochisti schivere una frase senza rilleggerla.
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